Reiki

Letteralmente, il termine giapponese Reiki significa Energia Vitale (KI) Universale, cioè l’energia cosmica che tutto permea, comune a tutte le culture, espressa con parole diverse (qi per i cinesi, prana per gli indiani, pneuma per gli antichi greci ecc.) ma che indica sempre il soffio vitale che ci tiene in vita. Il Reiki è dunque una pratica energetica, ma soprattutto un cammino spirituale per la nostra crescita interiore attraverso questo sistema di guarigione dai mali fisici, psichici e dell’anima.
Attraverso l’imposizione delle mani, l’operatore Reiki si fa canale attraverso cui l’Energia Universale passa alla persona, all’animale, alla pianta o all’oggetto “trattato” elevando le sue vibrazioni e migliorando il suo stato di salute. Il Reiki non è stato “inventato” da qualcuno ma costituisce un sapere molto antico che fu riscoperto a metà del diciannovesimo secolo da un monaco cristiano giapponese, il dottor Mikao Usui.
All’università di Kyoto dove insegnava, una volta gli allievi chiesero ad Usui come potessero essere spiegate le guarigioni fatte da Gesù, cosa che suscitò in lui l’esigenza insopprimibile di darsi egli stesso una risposta a quella domanda. Si recò perciò in Occidente, negli Stati Uniti, per studiare bene le scritture cristiane, ma non trovò niente che ritenesse soddisfacente. Consultò le antiche scritture cinesi e quelle indiane ma senza esito. Tornò allora in Giappone e si dedicò all’approfondimento del buddhismo, finché in un monastero zen scoprì alcuni antichi testi con dei simboli; la scoperta di per sé non gli permetteva di utilizzare praticamente quanto aveva trovato, per cui decise di sottoporsi ad un periodo di profonda ed intensa purificazione in un monastero sulla montagna sacra Kuriyama, deciso a trascorrevi ventuno giorni.
Usui passò questo periodo leggendo i sutra che aveva trovato e recitando dei mantra, ma senza nessun effetto apparente, quando all’alba del ventunesimo giorno una luce abbagliante gli venne incontro e penetrò la sua fronte. Mentre Usui, immobilizzato dallo stupore e dalla paura, pensava fosse arrivata la fine, la luce si trasformò in tante piccole sfere con i colori dell’arcobaleno e subito dopo in una luce fortissima dentro la quale egli potè vedere i simboli e le lettere in sanscrito. Era così nato il Reiki. La prima guarigione Usui la sperimentò su se stesso subito dopo, quando scendendo dalla montagna si ferì seriamente ad un alluce, che guarì immediatamente dopo che questo monaco illuminato si toccò il dito malato con la mano. In seguito, Usui si dedicò a guarire i poveri e i mendicanti di Kyoto, cercando anche di convincerli a cambiare la loro vita. Non riuscì però a modificare il loro comportamento, per cui si rese conto che bisognava fare qualcosa in più e cioè elevare il livello di coscienza delle persone che incontrava perché arrivassero alla radice dei loro problemi e giungessero ad una guarigione davvero completa, non solo fisica. Da allora redasse delle regole per il Reiki e si mise alla ricerca di quanti volessero davvero intraprendere una via di crescita personale attraverso l’Energia Universale.
Dopo la sua morte, il suo insegnamento fu diffuso da un suo stretto collaboratore, il dottor Chujiro Hayashi, poi da una paziente di questi diventata sua allieva, la signora Hawayo Takata e infine dalla nipote di questa Phyllis Lei Furumoto. I maestri formati da queste due insegnanti e le organizzazioni da loro fondate contribuirono a diffondere il Reiki in tutto il mondo.